mercoledì 2 giugno 2010

Ariacheta 2 giugno 2010

Sicuramente eravamo in pochi a questa camminata ma sicuramente eravamo i migliori!

sabato 30 maggio 2009

Acquacheta aquiloni in alternativa al parco eolico industriale

Ma si può generare energia eolica senza dover innalzare torri alte 155 metri e devastare quasi 6 km di boschi e crinali oltre a piattaforme in cemento armato e una rete stradale in mezzo al bosco?



Sembra di si e, cosa curiosa e quasi fantasiosa e poetica con degli aquiloni!

Non ci credete?

Leggetevi questa proposta:
Una centrale elettrica ad aquiloni l'ultima sfida all'energia nucleare
la repubblica 11 giugno 2008

CHIERI (Torino) - Se avete mai usato un aquilone, avete sentito quanto il vento tira sulle mani. Più è grande, più tira. Come vi spiegherà qualsiasi amante di kite surfing, possono far volare anche gli uomini. "Anzi - dice Massimo Ippolito, kite surfer per hobby - li costruiscono inefficienti apposta, altrimenti ti porterebbero via". Più in alto arrivano, più forte tirano.

A questo punto non è più un gioco per bambini e neanche uno sport. E' un'occasione: le forze, in natura, non si sprecano. Soprattutto, se si possono usare per generare elettricità. Forse ci voleva l'incontro fra un kite surfer come Ippolito e un appassionato di vela, come Mario Milanese, docente al Politecnico di Torino, perché scattasse l'idea di rivoluzionare dalle fondamenta il modo di produrre energia eolica. (...)


L'aquilone eolico alle prove di volo
il sole 24 ore 31 Maggio 2007

Eolico d'alta quota. Il vento d'alta quota spira di continuo. E questa estate prenderà il volo il secondo prototipo di KiteGen, il super-aquilone per l'eolico del futuro. Un'ala in materiali speciali che salirà a 800 metri dal suolo e dovrebbe confermare i primi risultati della scorsa estate, che all'altezza di 200 metri verificarono l'alta densità di energia cinetica ottenibile con il Kitegen. Un progetto ideato da un meccatronico torinese, Massimo Ippolito e oggi oggetto di un progetto operativo finanziato dalla Regione Piemonte che associa il Politecnico di Torino, la Sequoia Automation, la Modelway e la Cesi. Obiettivo la realizzazione di una giostra di aquiloni di alta quota in grado di ruotare continuamente e così di produrre energia, con una densità, in un chilometro cubico, pari a quella di una centrale nucleare. Pochi giorni fa, dal consorzio di pmi protagoniste è nata la Kitegen Research Srl, che sta già depositando i primi brevetti internazionali. I passi successivi, dopo le prove sull'ala volante saranno il sistema di sensori per la stabilità aerea della giostra e infine la base rotante piezoelettrica. (...)

ecco qui l'aquilone eolico:
Kite Gen

Come invertire rapidamente l’attuale rapporto fra l’energia prodotta da fonti rinnovabili e quella da fonti non rinnovabili è l’imperativo sull’agenda dei leader, delle nazioni e delle imprese in tutto il mondo.

La visione di Kite Gen è implementare e mettere sul mercato un concetto completamente nuovo di centrale elettrica, adatto a quasi ogni territorio, per la produzione da fonte rinnovabile di elettricità a costi inferiori a quelli ottenuti con i combustibili fossili (petrolio, carbone, gas), in diretta competizione con le odierne installazioni convenzionali della classe del GigaWatt.

La fonte energetica, attualmente non sfruttata e disponibile ovunque, è il vento in quota, raggiunto tramite batterie di grandi profili alari di potenza in volo a una altezza di 800 / 1 000 metri, i cui movimenti sono controllati elettronicamente via sensori e software proprietario.

I profili alari sono ancorati ad una struttura a livello suolo, che viene trascinata ruotando lungo un asse verticale e nella quale avviene la generazione di energia. (leggi tutto)

Acquacheta aquiloni per produrre energia al posto di pale eoliche


giovedì 28 maggio 2009

Al Comitato Spontaneo Ariacheta

Al Comitato Spontaneo Ariacheta

San Godenzo (FI)

Cari amici,

abbiamo visto il comunicato che avete fatto il 12 marzo sulla installazione di un impianto eolico sui vostri crinali.

Nel nostro comune è ormai da anni che ci battiamo contro la realizzazione di simili impianti, dando voce, in Consiglio Comunale e a livello istituzionale, ai diversi comitati che si sono costituiti per contrastare i vari progetti; per questo esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla vostra lotta e ci auguriamo che fra noi possa concretizzarsi anche una forma di collaborazione operativa.

Vogliamo chiarire da subito che non siamo contrari all’uso del vento come fonte energetica, ma tale uso deve avvenire nei luoghi e nei modi che non pregiudichino le ricchezze naturali (ambientali e umane). Ci sembra che le vostre proposte, sintetizzabili nella formula «creazione di un “distretto energetico da energie rinnovabili” controllato dai cittadini» vada in questa stessa direzione. È una precisazione importante perché l’accusa che piú di frequente ci viene rivolta è quella di essere falsi ambientalisti perché ci opponiamo all’eolico e, in questo modo, daremmo addirittura un aiuto ai sostenitori della reintroduzione del nucleare. Niente di piú falso.

In realtà, intorno alla questione della installazione di grandi impianti eolici industriali ruota una complessa questione economica, che ha come protagonista principale le grandi multinazionali del vento e, con un ruolo di gran lunga secondario, le amministrazioni locali e alcuni privati cittadini sui cui terreni dovrebbero essere collocate le pale.

Crediamo che sia nota la redditività economica di questi impianti che giustifica investimenti ingenti. L’aspetto però che riguarda da vicino i cittadini e sul quale è necessario soffermarsi è quello delle scelte locali (amministrazioni e cittadini).

La situazione economica dei comuni – e a maggior ragione dei piccoli comuni di montagna – è ogni giorno piú difficile e ogni scelta che può incrementare le entrate sembra accettabile e giusta. È comprensibile anche la scelta dei proprietari di terreni che praticamente non danno reddito e dai quali diventa possibile ottenere un compenso «significativo».

Per ciascuno di noi, ma soprattutto per gli amministratori, è necessaria una riflessione seria. È forte per chi ha bisogno di soldi fare proprio il detto popolare «meglio un uovo oggi che una gallina domani». Ma si deve stare attenti che per avere l’uovo non si uccida la gallina.

I nostri territori – come anche voi avete bene individuato – hanno un valore che non è solo ambientale o estetico, ma anche economico. Perché questo valore si concretizzi sono necessari progetti e interventi che richiedono un impegno molto complesso; è molto piú semplice accettare l’offerta dei realizzatori dei grandi impianti industriali.

Si pensi che nel nostro comune (Firenzuola) dal 2002 a oggi sono stati presentati 7 progetti (con una capacità produttiva di circa 200 MW) a nessuno dei quali il Comune ha detto «no». Se per assurdo tutto quello che è stato progettato fosse realizzato il Comune di Firenzuola avrebbe sul suo territorio un terzo degli impianti eolici previsti per tutta la Toscana.

Le procedure devono essere rovesciate: anziché aspettare e accettare le proposte delle multinazionali, dovrebbero essere gli enti locali, in stretta collaborazione con i cittadini e con le istituzioni provinciali e regionali, a individuare i luoghi, le dimensioni, le modalità di realizzazione degli impianti. E la prospettiva, in comuni piccoli come i nostri, deve essere quella dell’autosufficienza energetica dei nostri territori.

Su temi cosí grandi e complessi la fretta e il bisogno sono pessimi consiglieri. Sappiamo che il cambiamento delle politiche energetiche è un bisogno impellente, ma se i grandi inquinatori mondiali si sono presi tutto il tempo che vogliono per continuare a inquinare, in barba al protocollo di Kyoto, prendiamoci anche noi un po’ di tempo per approfondire la discussione con i cittadini, per arrivare a scelte condivise, con la certezza che il nostro impegno e tutto rivolto a contribuire, nel nostro piccolo, alla soluzione del problema energetico e non a creare problemi agli amministratori locali.

Con amicizia

Luciano Ardiccioni
consigliere comunale

Firenzuola, 20 marzo 2009

Voglio l'erba voglio!

Voglio un'industria che non inquini l'aria, l'acqua, il suolo.
Voglio un'industria che non devasti l'ambiente naturale.
Voglio un'industria che non alteri gli equilibri umani.
Voglio un'industria a basso impatto energetico.
Voglio un'industria che produce occupazione.
Voglio un'industria che è il principale valore aggiunto del nostro Paese.
Voglio un'industria che è denominata Turismo culturale.
Un'industria che non sfrutta ma valorizza il patrimonio artistico, paesaggistico ed eno-gastronomico dei luoghi.
Un'industria che incentiva
i prodotti artigianali, agricoli di pregio, le tradizioni locali e folkloristiche.
Un'industria che è capace di generare calore e simpatia nei potenziali "consumatori turistici".
Voglio l'erba voglio?

nella foto la piana dei Romiti immaginata con un bell'impianto industriale di produzione di energia eolica!!!
è questa l'industria che vogliamo???

Appuntamenti

da Corrispondenze Informazioni Rurali apprendiamo che il 29 – 30 – 31 Maggio 2009 si svolgerà un incontro alla Greta, nella valle dell’Acquacheta










altro importantissimo appuntamento è quello previsto per il 2 giugno 2009 intitolato Dove osano le pale - Prima camminata dell’Ariacheta contro l’eolico industriale promosso dal comitato spontaneo Ariacheta